La Chiesa di San Liberato

Un gioiello unico nel suo genere, così puo essere definita la Chiesa di San Liberato situata all’interno del giardino botanico tra fiori e alberi colossali arrivati da ogni parte del mondo; dedicata ai martiri Marco e Marciano, costituisce un manufatto architettonico di grande interesse storico-artistico.

La chiesa di San Liberato appare oggi preceduta da un portico delimitato da colonne, sul cui angolo sud-est si affianca un campanile, all'interno presenta un'unica navata con abside, presbiterio rialzato sotto cui si trova una cripta anulare, ed una piccola cappella, a destra dell'altare con funzioni di sagrestia, pure absidata.

All'edificio si addossano, sia sul lato settentrionale che su quello meridionale, locali adibiti un tempo a celle monacali. Dall'analisi delle strutture murarie e dallo studio dei reperti marmorei connessi, questo impianto architettonico è frutto di trasformazioni avvenute attraverso i secoli.

Si possono distinguere almeno cinque diversi interventi costruttivi, corrispondenti ad altrettanti momenti cronologici, dal IX al XVI secolo. Ad una prima fase è certamente da attribuire l'aula rettangolare innalzata sui resti di ambienti di epoca romana oggi non più visibili, presumibilmente al di sopra di una cripta, priva di abside, accessibile da una porta in corrispondenza di quella attuale.

Ad una fase successiva, risalente al X secolo, è da attribuire l'aggiunta della navatella che comportò l'apertura nella parete perimetrale nord di due archi e uno nella zona presbiteriale. In un terzo momento costruttivo è da considerare l'inserimento del catino absidale nella navata; elemento utile alla cronologia è fornito dalla decorazione pittorica a fresco a velaria ancora ben visibile nello zoccolo dell'abside e appena riconoscibile nei sott'archi databile agli inizi del XII secolo.

Non anteriore al XII secolo è la costruzione del campanile, anche se sulla datazione precisa ci sono tutt'ora delle incertezze. Dal XV al XVI sec. si possono far risalire una serie di interventi da ricollegare con ogni probabilità all'arrivo dei Padri Agostiniani; a loro pare sia anche dovuta l'introduzione del culto di San Liberato, seguace di Sant'Agostino.

Un grande contributo per la datazione proviene dagli studi effettuati negli anni '62-'63 dalla British School di Roma e precisamente dalla Dott.ssa J.Gibson. L'affresco dell'abside risulta distrutto nella parte superiore per via dell'ingrandimento (forse sempre nel XV secolo) delle finestre che divennero rettangolari e che sono state riportate alla loro forma origininale ad arco proprio nel 1961. Sempre in quegli anni fu prevista una pulitura generale del mattonato, della pavimentazione e un consolidamento delle travi del soffitto.

Come si è fatto cenno prima, durante i lavori emersero diversi reperti archeologici che il Conte Sanminiatelli fece sistemare seguendo un criterio cronologico: i pezzi di epoca classica furono collocati nel portico esterno, mentre quelli medievali, più strettamente pertinenti all'edificio, vennero sistemati all'interno.

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